Se vuoi connotare la tua esperienza di soggiorno nelle terre di Fasano con qualcosa di veramente seducente e allo stesso tempo misterioso è d’obbligo una sosta in una campagna in una parte di quell’agro sito alle prime alture delle Murge Sud Orientali. In un paesaggio costellato di masserie, di ulivi secolari, di antiche “lame”, che sono degli antichi solchi di torrenti. In località Pisco Marano (contrada Indelli) quanta emozione proverai di fronte ad una delle più significative testimonianze legate alla civiltà megalitica di Puglia: il dolmen di Montalbano.
Supportato da una macchina fotografica e da un occhio attento ammirerai questo bene culturale unico. Anche se si presenta incompleto tanti gli spunti per immortale un megalite composto da tre lastroni imponenti in pietra calcare locale che formano un vano rettangolare.
Il dolmen risale verosimilmente alla prima Età del Bronzo, intorno al 2000-1500 a.C. Robusta resta la sua struttura, sebbene nel tempo si siamo verificate varie manomissioni, tra cui anche quella del dromos, il corridoio di accesso al monumento.
Diversi gli studi fatti e le ipotesi poste. Ti trasmetterà una certa suggestione l’idea di alcuni che relazionano il dolmen di Montalbano a riti magico-religiosi, ad osservazioni astronomiche o al culto dei morti. Infatti, secondo una delle più avvalorate letture, i dolmen (letteralmente “tavole di pietra”, dal bretone) erano altari sacrificali. Per altri studiosi invece sarebbero state elementari, ma imponenti architetture sepolcrali.
Il megalite preistorico di Montalbano è noto anche con la denominazione “Tavola dei paladini”. A erigerlo sarebbero stati semplici uomini preistorici che avevano affinato tecniche per trasportare queste pietre gigantesche, probabilmente spostate su tronchi di legno fino al luogo scelto.