Giunti in questo lembo di Puglia impossibile non godere della nobiltà di gusto che dona il pomodoro Regina di Torre Canne. Una varietà locale di pomodoro da serbo, coltivata nelle terre costiere salmastre di Fasano comprese tra Torre Canne, i terreni che lambiscono il Parco delle Dune Costiere e le campagne circostanti Egnazia. I semi posti a germinare in febbraio. Nel rispetto delle sue valenze sociali e religiose il trapianto in pieno campo – nei terreni della marina, senza alberi e accarezzati dalla brezza carica di acqua salmastra – avviene dopo la festa di San Giuseppe e l’equinozio di primavera quando i freddi dell’inverno sono ormai alle spalle.
La piantagione di questa eccellenza risale alla metà dell’Ottocento, quando finì per sostituire il cotone. Infatti fino ad allora al pomodoro veniva riservava una piccola parte dei terreni.
Il pomodoro Regina è il risultato di una selezione fra quelle piante e frutti che meglio si sono adattati alle difficili condizioni pedoclimatiche delle terre di Fasano.
Ma perché è detto Pomodoro “Regina”? Quando avrai l’opportunità di averlo tra le mani osservatelo con una certa attenzione. Non ti ci vorrà molta fantasia per associare la forma del suo calice maturo ad una coroncina.
Quanta delicatezza infonde questo pomodoro a bacca piccola, rossa e rotondeggiante. Un frutto “umile” perché capace di accontentarsi delle esigue risorse idriche di questo paesaggio. Non ti sarà difficile trovarlo sulle tavole delle famiglie locali o nei tipici ristoranti della zona. In estate esalta alcuni piatti tipici della cucina pugliese come friselle (prodotto tipico da forno), focaccia, panzerotti, purè di fave, cialledda (piatto freddo tradizionale>). Inoltre, il pomodoro Regina è idoneo su tutti i piatti saltati in padella e consumato crudo nei condimenti.
Una tipicità, tutelata come Presidio Slow Food, che è tassello identitario di una cultura contadina che lo produce come un tempo. Le famiglie del posto continuano a coltivarlo in modo tradizionale negli orti, conservando e riproducendo ogni anno il seme originario del pomodoro Regina. È capace di tenere costanti le sue peculiari caratteristiche organolettiche fino a 9-10 mesi dopo la raccolta, senza alcuno spreco energetico. Viene raccolto d’estate per poi essere consumato per tutto l’inverno e oltre. A rendere spessa la sua buccia è proprio quell’’acqua salmastra che lo rende unico nel sapore e resistente ai parassiti ma adatta alla lunga conservazione in grappoli. Qui questi si grappoli chiamano ramasole, “ramo di sole”, a ricordare la vigorosa colorazione vermiglia del grappolo, i cui singoli pomodori sono uniti a mano da filo di cotone per poi essere appeso ai muri con uno spago di canapa.